mercoledì 11 dicembre 2013

Tenerife, l'isola dell'eterna primavera

 
C'era una volta, negli antichi miti greci, un luogo meraviglioso ai confini del mondo: le Isole Fortunate. Su queste isole regnava sempre un clima dolce e la vegetazione era lussureggiante. Le popolazioni vivevano di ciò che dava loro la natura e non si dovevano preoccupare di lavorare la terra. Era un luogo talmente paradisiaco che si pensava ci vivessero dèi ed eroi che conducevano colà un'eterna esistenza felice, e libera da ogni preoccupazione. Ma il mondo antico finì. Le Isole Fortunate vennero dimenticate per molto tempo, insieme ai loro dei ed eroi.
Diversi secoli dopo, gli Europei tornarono a navigare oltre le Colonne d'Ercole. Fu così che riscoprirono le Isole Fortunate, ne sterminarono la popolazione locale e ne presero possesso, come colonie. Da allora i colonizzatori presero a chiamarle Isole Canarie. Il mondo era cambiato, ma le Isole Fortunate, divenute Canarie, no: sono rimaste fino a oggi quel luogo paradisiaco che erano nei tempi antichi.

Ho avuto la fortuna di vivere e lavorare per quattro mesi a Tenerife, la più grande tra le isole Canarie, e quella che presenta la maggiore varietà di ambienti. Quattro mesi sono pochi; eppure, immerso in quell'ambiente così pacifico, il tempo mi sembrava allargarsi, come in un limbo felice. Non c'era fretta, non c'erano orari, tranne quelli dettati dal mio lavoro, tra l'altro bellissimo (suonare nell'orchestra sinfonica locale, una delle migliori europee, all'interno dell'avveniristico Auditorio di Tenerife).

Clima ottimale, ritmi di vita rilassati, natura bellissima, lavoro bellissimo. Tutti gli ingredienti che ci volevano per farmi quattro mesi in pace e serenità, lontano dallo stress dell'Europa continentale.
Dopo quattro anni e mezzo, in questo freddo dicembre, mi piace riprendere il blog ricordando quella bella esperienza.

Santa Cruz de Tenerife, dove vivevo, è capoluogo delle Canarie ed è una normale città spagnola, non particolarmente attrattiva, se non per i rilassanti giardini con piante subtropicali, e per la luce tipica dei tropici, che io all'inizio ho trovato magnificamente abbagliante, così diversa dalla luce delle nostre latitudini. E poi, nonostante sia una città attiva, sede delle attività economiche di Tenerife, mi ha sempre trasmesso un'atmosfera rilassata.

La vera attrattiva dell'isola comunque è l'enorme varietà di ambienti. La costa nord ha una vegetazione lussureggiante in un clima umido, mentre a sud la costa è arida, non piove quasi mai e a stare al sole a lungo rischi un'insolazione. Ma proprio nella parte più meridionale dell'isola sono sorti complessi balneari da turismo di massa, che sfruttano il clima bello tutto l'anno e attirano migliaia di turisti, soprattutto dall'Europa del nord. Ci sono stato poche volte, preferendo piuttosto viaggiare per l'isola.

Il motivo della diversità ambientale deriva dal fatto che al centro dell'isola sta un massiccio vulcanico che si erge fino a 3718 metri d'altezza, e che divide praticamente Tenerife in due parti. Teide si chiama questo vulcano, un nome che significava "inferno" nell'antica lingua dei Guanci, l'originaria popolazione canaria, sterminata dai colonizzatori europei. Chi ci è stato, si rende ben conto del perché lo considerassero la porta dell'inferno. Oltre una certa altezza, tutta la vegetazione sparisce e in lontanaza compare la sagoma a forma di cono della cima. Più ci si avvicina, più il paesaggio diventa veramente marziano, di una bellezza sconvolgente ma anche inquietante, con ampie vallate di lava solidificata, di varie epoche e vari colori. Il clima diventa improvvisamente freddissimo, tant'è che molti turisti, non credendo che ci sia questa gran differenza rispetto ai trenta gradi della costa, finiscono per congelarsi una volta giunti sul Teide! Il Teide è l'unico punto dell'isola dove ogni anno normalmente nevica, anche se solo in inverno. L'aria, sulla cima, è più rarefatta, a causa dell'altitudine. Immaginiamo quale effetto potesse fare sui Guanci un'eruzione di questo "mostro". Anche se non si verificano eruzioni da oltre un secolo a questa parte, il vulcano è tuttora attivo, come dimostrano le "fumarole" che si possono vedere quando ci si reca presso le falde della cima.

Una regione che mi ha affascinato molto è anche la sezione ovest dell'isola. Partendo dalla costa nord, si passa da declivi coltivati e popolati (Icod de los Vinos, dove si conserva un esemplare millenario di "albero del drago" tipico dell'isola), alla frastagliatissima costa nord-occidentale che culmina negli strapiombi de los Gigantes, a picco sul mare. Per proseguire verso sud non c'è altra alternativa che valicare un passo avvolto da umidità e freddo, una sorta di barriera, superata la quale si cambia mondo: si apre il pianoro costiero del sud, con le spiagge turistiche di Las Americas battute dal sole bollente tutto l'anno.

Tenerife non è la tipica isola delle vacanze da spiaggia. Ci sono anche belle spiagge, ma solo al sud. Nel resto dell'isola si possono fare escursioni in montagna (molto diffusa è anche la mountain bike, con tanti appassionati che si lanciano giù dalle pendici del Teide), si può fare surf lungo le coste ventose del nord, si possono vedere edifici storici dell'epoca coloniale (come a La Orotava), si può anche studiare in una vera e propria città universitaria a San Cristóbal de La Laguna, antica capitale coloniale dell'isola, con tanti begli edifici storici, e che ormai forma con la vicina Santa Cruz un'unica conurbazione. Si possono anche degustare gli ottimi vini e il buon pesce della costa nord, oppure assaggiare la buonissima birra Dorada, prodotta a Tenerife. Per non parlare del famoso Carnevale di Tenerife, o delle sfilate in costumi tradizionali accompagnate dalla musica tipica spagnola, che mi hanno divertito molto.

Tenerife, per fare un paragone, è grande meno della metà della sola provincia di Roma, ma ciò che vi ho raccontato è solo una parte delle ricchezze che accoglie.
Eppure, nonostante questi contrasti di vita e d'ambiente, una sola è la qualità dell'isola che emerge su tutte le altre, e che mi è piaciuta di più: la tranquillità, la vita ricca di cose e persone ma isolata dal lontano stress continentale. Insomma, una versione contemporanea delle antiche, mitologiche, Isole Fortunate.