sabato 25 giugno 2022

Sulla longevità umana

Durante un periodo di vacanza nella mia Italia, in questa calura estiva, la mente si rilassa e i pensieri vagano liberi. E così, in un periodo di notizie non belle (la guerra tra Russia e Ucraina che sta coinvolgendo sempre più l'intera Unione Europea e sta portando a una recessione globale, e poi, è notizia di ieri, l'abolizione del diritto all'aborto negli Stati Uniti da parte della Corte Suprema), mi è balzato alla mente un dettaglio forse insignificante ma che mi porta a uno spunto bello e positivo, secondo me.

La persona vivente più anziana al mondo è una suora cattolica francese, Lucile Randon, di 118 anni, essendo nata l'11 febbraio del 1904. Per intenderci, Lucile Randon passò l'infanzia prima dello scoppio della prima guerra mondiale, quando il suo Paese, la Francia, era in piena Belle époque e tutta l'Europa viveva nella tranquillità, lanciata verso un progresso tecnologico senza rivali nel mondo, e nessuno si sarebbe mai e poi mai immaginato gli orrori che avrebbero costellato il secolo che allora era appena iniziato.

Questo significa che all'epoca della nascita di Lucile Randon, nella avanzata e opulenta Francia sicuramente viveva ancora qualche ultracentenario che, avendo magari 105 o 110 anni all'epoca, era a sua volta quindi nato negli anni immediatamente successivi alla Rivoluzione francese, per intenderci quando la carriera di Napoleone Bonaparte era ancora all'inizio.

Non è affascinante pensarci? Oggi, nel 2022, possiamo andare a parlare con un'anziana che con aria flemmatica potrebbe risponderci: "Eh si, sono contemporanea di quel tale che era nato all'epoca della Rivoluzione francese". Questo fa ragionare su quanto ciò che consideriamo passato in realtà sia meno lontano nel tempo di quanto noi, preoccupati del presente della nostra breve vita, percepiamo. Durante l'infanzia di Lucile Randon, di questa anziana che ancora oggi possiamo andare a trovare in una casa di riposo a Toulon, vivevano ancora alcuni che erano stati contemporanei di persone che noi consideriamo quasi personaggi non reali, fissati nei libri di storia, come appunto Napoleone o, per esempio, Goethe, Kant o Haydn, gente che a loro volta avevan vissuto gran parte della loro vita ancora nel Settecento.

Ma guardando avanti invece, basti pensare che i neonati e i bebè di oggi non saranno ancora ottantenni all'inizio del prossimo secolo. Chissà che mondo sarà, sicuramente molto diverso da quello di oggi.

Purtroppo anche oggi, come in passato, tante persone (troppe) muoiono molto giovani, per incidenti, malattie, omicidi, suicidi... Forse a maggior ragione per questo, dovremmo non dimenticare coloro che invece sono giunti a vivere fino a tarda età: dovrebbero essere considerati come dei ponti che ci tengono collegati alla conoscenza del nostro passato, che, ahimè, sta venendo sempre più trascurato e dimenticato dalle giovani generazioni.

Oggi la popolazione umana ha raggiunto gli 8 miliardi, e avevo letto qualche tempo fa che, per la prima volta nella storia, le persone viventi sono attualmente un numero maggiore di tutte le persone morte nel corso della pur lunga storia umana. Un traguardo incredibile, probabilmente unico tra gli esseri viventi. Dovremmo cercare di far tesoro di questo traguardo evitando tragedie inutili, magari ispirandoci un po' al passato.