Non molti italiani lo sanno, ma gli Zulu sono ancora oggi un popolo con una fortissima identità nazionale, che affonda le sue origini nella vita tribale tipica delle popolazioni africane. Gli Zulu sono l'etnia più numerosa tra le tante che popolano il Sudafrica. Vivono per lo più, con oltre 10 milioni di abitanti, nella provincia di Durban, il KwaZulu-Natal, che non a caso da loro prende il nome (KwaZulu significa appunto "Territorio degli Zulu"). Molti zulu vivono in zone rurali, in villaggi spesso senza elettricità e acqua corrente, in case costruite con mattoni di fango e materiali più moderni ma economici, e sopravvivono allevando bestiame o come contadini. L'aristocrazia zulu tende a giocare ancora oggi un ruolo importante nelle comunità rurali: i locali amaKhosi (capi locali) hanno ancora una certa influenza sulla gente della loro area. Ma moltissimi altri zulu, la maggior parte forse, vanno a lavorare come manodopera più o meno occasionale nelle città e nei sobborghi o sopravvivono vendendo i più svariati prodotti. Un gran numero di zulu è invece entrato a far parte della classe media sudafricana. Diversi hanno avviato attività imprenditoriali di successo e alcuni sono diventati importanti uomini d'affari. Un piccolo gruppo di zulu è presente nel Parlamento sudafricano. Anche un ex presidente del Sudafrica (dal 2009 al 2018) è zulu: Jacob Gedleyihlekisa Zuma.
E pensare che fino a duecento anni fa gli Zulu erano soltanto un clan praticamente insignificante, tra i tanti che popolavano questa regione. Poi, come ho raccontato nel post precedente a questo, il loro capotribù Shaka kaSenzangakhona conquistò il predominio militare su tutto il territorio oggi corrispondente al KwaZulu-Natal. A Shaka succedette un suo fratellastro (che aveva complottato per farlo assassinare nel 1828), Dingane kaSenzagakhona, il quale organizzò i domini sotto controllo zulu come un regno ereditario. Grazie alle conquiste territoriali di Shaka, gli Zulu da tribù insignificante erano arrivati a controllare un territorio di circa 2000 chilometri quadrati nel quale vivevano attorno ai 250.000 "sudditi", appartenenti a diversi clan tribali, che nel giro di un paio di generazioni sarebbero stati assimilati alla nazione zulu. Il regno zulu divenne una vera potenza regionale con cui i colonizzatori britannici dovettero cominciare a fare i conti. L'impero britannico aveva infatti una colonia con sede a Città del Capo, molto più a sud, ma a metà Ottocento, durante l'epoca vittoriana, cominciò a espandersi verso le coste nordorientali dell'attuale Sudafrica. Dopo anni di contatti diplomatici, infine l'espansionismo inglese arrivò a provocare uno scontro col regno zulu. Nonostante il re zulu Cetshwayo kaMpande (figlio di Mpande, un altro fratellastro di Shaka) si fosse opposto strenuamente allo scontro, alla fine la guerra fu inevitabile e nel 1879, al termine di un conflitto tra i più sanguinosi nella storia del colonialismo in Africa, le forze britanniche ebbero la meglio. I territori zulu vennero incorporati nelle colonie inglesi che in seguito sarebbero diventate il Sudafrica. Cetshwayo fu l'ultimo sovrano di un regno zulu indipendente. Deposto dagli Inglesi, fu portato in esilio in Inghilterra, dove tra l'altro incontrò la regina Vittoria e altre personalità. Alla fine però gli fu concesso di ritornare in patria a capo del suo popolo: la monarchia zulu era sopravvissuta di nome, all'interno di una colonia inglese. Gli Zulu rimasero in ogni caso una nazione dalla forte identità e hanno continuato, anche nei decenni difficili dell'apartheid, a guardare al loro re come un punto di riferimento identitario, culturale e spesso anche morale. Anzi, di più: gli Zulu oggi si considerano tra di loro come una sorta di grande famiglia, tant'è che spesso tra di loro si salutano con appellativi come "sis" (sorella), "mama", "baba".
Il 12 marzo di quest'anno è morto il più longevo sovrano nella storia zulu, re Goodwill Zwelithini kaBhekuzulu, dopo oltre mezzo secolo di regno. Si è trattato di un momento storico per gli Zulu: dal lontano 1884 fino alla morte di re Goodwill sono stati soltanto tre i sovrani zulu, quindi la morte del re è stato un evento raro nell'ultimo secolo e mezzo. Anche i più anziani ultracentenari in KwaZulu-Natal si ricordano solo tre re zulu: Goodwill, suo padre Cyprian Bhekuzulu Nyangayezizwe kaSolomon, e suo nonno Nkayishana Maphumzana Solomon kaDinuzulu (nipote di Cetshwayo), il cui regno si svolse tra il 1913 e il 1933.
Il lungo regno di Goodwill Zwelithini, dal 1968 al 2021, ha visto profonde trasformazioni in Sudafrica. Durante il periodo più duro dell'apartheid, dagli anni '70 al 1994, il KwaZulu venne istituito dal governo bianco sudafricano come una serie di territori, non contigui, dove dovevano vivere solo gli Zulu, con una loro semi-indipendenza purché non sconfinassero nel resto dei territori riservati ai bianchi. Era insomma uno dei vari "bantustan" (territori tipo "riserve indiane") lasciati alle varie etnie non bianche per isolarle dai bianchi. Ma Mangosuthu Gatsha Buthelezi, il leader politico zulu più in vista, cugino del padre di Goodwill e fondatore di un partito politico filomonarchico (Inkatha Freedom Party, dove Inkatha in lingua zulu significa "corona reale"), si oppose alla farsa di territori indipendenti che di fatto non lo erano, essendo frammentati e includendo solo le terre rurali e non le città, che rimanevano sotto pieno controllo dei sudafricani bianchi. L'Inkatha Freedom Party si proclamò però sempre contro le azioni violente, a differenza invece dell'African National Congress (ANC), il movimento dei leader neri anti-apartheid che veniva considerato "terrorista" dai governi bianchi. Re Goodwill invece durante l'apartheid rimase un sovrano puramente cerimoniale e non disdegnò di avere rapporti diplomatici con il governo dell'apartheid, tant'è che i leader dell'ANC non lo vedevano di buon occhio e per esempio nel 1989 non lo invitarono a salutare alcuni di loro che erano appena stati scarcerati. Re Goodwill si dedicò invece a riportare in auge vecchie tradizioni zulu che erano state abbandonate, come la danza annuale di migliaia di vergini seminude di fronte al loro re, in una cerimonia volta a celebrare la loro verginità fino al matrimonio. E si dedicò anche ad allargare la "famiglia zulu", sposando sei mogli (la poligamia è ammessa nella tradizione zulu, anche se non dal codice civile sudafricano) che nell'arco di 35 anni gli hanno dato ben 28 figli e figlie.
Negli anni del collasso del regime di apartheid, il partito di Buthelezi (il quale era considerato una sorta di "primo ministro" di re Goodwill) negoziò col neo-presidente Nelson Mandela di riconoscere il Re Zulu nella nuova Costituzione sudafricana. L'istituzione della monarchia zulu compare così in un paragrafo della Costituzione del Sudafrica, anche se viene reso ben chiaro che si tratta di un'istituzione largamente cerimoniale. Viene anche citato comunque che il re zulu ha l'onere di agire ufficialmente in accordo col premier della provincia del KwaZulu-Natal, collegandolo così in questo modo alle istituzioni sudafricane. Buthelezi divenne inoltre il ministro dell'Interno del Sudafrica con Mandela presidente, e vi rimase fino al 2004, sotto la presidenza di Thabo Mbeki. È molto interessante per noi Italiani sapere che in quegli anni un avvocato italiano con esperienza internazionale, Mario Gaspare R. Oriano-Ambrosini, collaborò con Buthelezi dando un contributo fondamentale a stilare la nuova Costituzione del KwaZulu-Natal, rendendola tra l'altro molto moderna per quanto riguarda i diritti umani. Un po' di orgoglio nazionale italiano non guasta.
Negli ultimi anni di re Goodwill, la casa reale zulu ha amministrato 2,8 milioni di ettari di terre e ha vissuto con una rendita annuale di oltre 3 milioni di euro. Goodwill si rese protagonista di dichiarazioni stravaganti e talvolta incendiarie, come nel 2012 quando definì l'omosessualità inaccettabile, o come un paio di anni dopo quando attaccò gli immigrati dagli altri Paesi africani, accusandoli di rubare il lavoro ai "fratelli zulu" e definendoli "pulci", scatenando torme di zulu esasperati che attaccarono negozi di immigrati africani in scontri xenofobi che provocarono morti e feriti.
Goodwill era malato di diabete e quando si ammalò di coronavirus le complicanze lo portarono alla morte nel marzo di quest'anno, a 72 anni. Nella monarchia zulu la successione non è stabilita in anticipo, come per esempio avviene nella monarchia inglese, ma bisogna aspettare l'apertura del testamento del sovrano morto per sapere chi sarà il prossimo re. Prima di morire Goodwill nominò la sua "Grande moglie" (la favorita tra le mogli) quale reggente per i tre mesi successivi alla sua morte, tre mesi di lutto soltanto al termine dei quali sarebbe stato annunciato il nuovo re. Inoltre, affidò alla Grande moglie il compito di nominare il nuovo sovrano al termine dei tre mesi. La Grande moglie era Mantfombi Shiyiwe Dlamini Zulu, figlia del defunto re dello Swaziland, quindi anch'ella di famiglia reale. Sembrava quindi logico che fosse lei a ricoprire il ruolo di regina pro tempore nel periodo di lutto, nonostante fosse la terza moglie sposata da Goodwill.
La strada sembrava dunque spianata, ma, come in un serial televisivo, avvenne l'imprevisto: dopo appena un mese e mezzo dalla morte del marito, il 29 aprile morì anche la Grande moglie Mantfombi Dlamini, a 68 anni, dopo un breve ricovero in ospedale a Johannesburg. Tra i sospetti di un suo possibile avvelenamento, circolati anche sulla stampa, alla fine fu l'ormai 92enne Mangosuthu Buthelezi, quale "primo ministro" del vecchio re, a dissipare le voci, dichiarando che la regina soffriva da tempo di insufficienza epatica e recentemente era guarita dal coronavirus, ma essendo troppo indebolita non aveva potuto sottoporsi a un'operazione programmata da tempo che avrebbe dovuto rimuovere i calcoli alla cistifellea di cui soffriva. Fatto sta che la morte della regina reggente, quando mancava ancora un mese e mezzo alla fine del periodo di lutto per il sovrano, rischiò di far scoppiare una faida famigliare. In particolare la prima moglie di Goodwill dichiarò di aspettarsi in eredità la metà dei possedimenti del defunto sovrano, per il motivo che lei era l'unica tra le mogli a essersi sposata con moderno rito cristiano e non con rito tradizionale zulu come le altre. Alcuni figli contestarono le voci secondo cui il favorito alla successione sarebbe stato il primogenito della Grande moglie, il principe Misuzulu Sinqobile. L'anziano Buthelezi cercò di mettere pace tra i famigliari ma venne messo a tacere da alcune delle mogli reali, che gli dissero che non aveva più alcuna voce in capitolo dopo la morte del re.
Al funerale della regina Mantfombi venne letto il suo testamento in cui dichiarava che, attenendosi anche alle volontà del defunto sovrano, il nuovo re zulu sarebbe stato il suo primogenito Misuzulu Sinqobile kaZwelithini. Dopo la lettura del testamento, alcuni membri della famiglia reale protestarono vivacemente, tanto che il nuovo re in pectore venne scortato via dalla polizia sudafricana per ragioni di sicurezza.
Dal punto di vista della tradizione zulu, questa successione non fa una piega: Misuzulu è il più anziano figlio maschio sopravvissuto e oltretutto primogenito della Grande moglie. C'era un solo figlio maschio più grande di lui, il primogenito della prima moglie di Goodwill, ma era morto l'anno prima, ucciso in circostanze non chiarite pare dopo che aveva partecipato a una festa con alcool, droghe e sesso. Il principe Misuzulu ha due sorellastre più grandi di lui (figlie della prima e della seconda moglie di Goodwill), ma la tradizione prevede che il regno zulu vada solo agli eredi maschi, preferibilmente figli della Grande moglie. L'unica possibilità che Misuzulu non ereditasse il trono sarebbe stata quindi solo nel caso che il re stesso lasciasse indicazioni diverse nel suo testamento, cosa che non è avvenuta.
Ora rimarrà da vedere chi incoronerà il nuovo re. Sarebbe spettato a sua madre, la Grande moglie e regina reggente, ma ora che è venuta a mancare, la famiglia reale o almeno la parte di essa che sostiene il nuovo re dovrà arrangiare le cose diversamente.
Misuzulu Sinqobile ha 46 anni e ha avuto quattro figli da tre donne. Non era sposato fino ad ora, ma dopo essere stato nominato re è stato "costretto" a sposare la madre di due dei suoi figli (di 9 e 3 anni d'età), in modo tale che il re abbia la sua regina. Ntokozo Mayisela, la neo-regina, ha 36 anni ed è di umili origini: conobbe Misuzulu nel 2009 al Parco Botanico di Durban durante una festa per il matrimonio di una sorella di lui. L'allora ventiquattrenne Ntokozo non era tra gli invitati, era lì come musicista per allietare la cerimonia, avendo studiato musica jazz, e Misuzulu sarebbe rimasto attratto vedendola suonare. Il matrimonio secondo la tradizione africana zulu è particolare: la famiglia dello sposo deve pagare alla famiglia della sposa un certo numero di vacche e una somma in denaro, a seconda della disponibilità economica dello sposo e del valore della sposa. È una transazione antica chiamata "lobola", che deve avvenire per qualsiasi matrimonio tradizionale, sia per le famiglie agiate sia per quelle più umili. Solo dopo che è stato pagato il "lobola" la coppia può dirsi sposata. Misuzulu ha pagato alla famiglia di Ntokozo l'equivalente di 3000 euro e otto vacche, una vera fortuna per una famiglia rurale di umili origini, mentre per la famiglia reale sicuramente nulla di che.
Ma chi è il nuovo re Misuzulu Zulu? Nato nel bantustan del KwaZulu nel 1974 da re Goodwill e dalla sua Grande moglie Mantfombi Dlamini in piena era apartheid, a due anni d'età venne mandato in Swaziland (oggi eSwatini), Stato confinante governato dal suo nonno materno, il re Sobhuza II. Vale la pena dire che in eSwatini il re (a differenza dei re zulu) è davvero tuttora un governante con pieni poteri, essendo quel Paese una monarchia assoluta. In Swaziland Misuzulu fece i suoi studi elementari, dopodiché ritornò in Sudafrica per gli studi liceali. Durante gli anni universitari andò negli Stati Uniti, prima in Indiana, poi in North Carolina. Più recentemente si trovava a Jacksonville in Florida per ottenere un diploma in Studi Internazionali, anche se non è chiaro se alla fine si sia laureato o meno. Praticamente ben poco altro si sa pubblicamente di lui. Oltre a Ntokozo, ha avuto altre due compagne che gli hanno dato un figlio ciascuna. In particolare una di queste, la 43enne Wezizwe Feziwe Sigcau, è una principessa della tribù degli amaMpondo, nella provincia di Eastern Cape, a sud del KwaZulu-Natal. Secondo diversi osservatori, ciò significa che se un giorno Misuzulu sposasse Wezizwe, questa potrebbe diventare la sua Grande moglie. Ma in realtà tale decisione spetterà solo e soltanto a Misuzulu.
Questo per quanto riguarda l'oggi. E il futuro? Come sarà il nuovo re? Simile al padre, cioè senza peli sulla lingua e con una retorica "populistica" e talvolta incendiaria? O più introverso, magari dedito principalmente alla cura dei suoi affari economici più che ad arringare gli Zulu? I diversi anni spesi negli Stati Uniti suggerirebbero che egli potrebbe avere molto probabilmente un'apertura mentale maggiore rispetto a tutti i suoi predecessori sul trono zulu, il che nel mondo globalizzato di oggi sarebbe importante, anche per un rappresentante solamente cerimoniale. Allo stesso tempo, nelle sue vene scorre forse più "sangue reale" rispetto ai suoi predecessori zulu: suo nonno materno, Sobhuza II dello Swaziland, fu il sovrano più longevo tra tutte le monarchie verificabili storicamente, con i suoi quasi 83 anni di regno (per intenderci, la regina Elisabetta II del Regno Unito dovrebbe vivere ancora per altri 15 anni per battere questo record)! La madre di Misuzulu era di conseguenza sorellastra dell'attuale re di eSwatini, Mswati III, che governa da quasi 40 anni come monarca assoluto quel piccolo Stato confinante. Insomma, Misuzulu Zulu, come viene chiamato, ha tutte le carte in regola per avere un certo carisma, almeno per il suo popolo. Ma più di questo al momento non si sa.
Intanto il premier della provincia del KwaZulu-Natal, Sihle Zikalala dell'ANC (partito saldamente al governo dai tempi di Mandela), ha rinegoziato col nuovo re i sussidi alla casa reale zulu. Buthelezi e Goodwill nei primi anni '90 avevano ottenuto da Mandela ottimi termini (tra l'altro la figlia maggiore di Mandela si era precedentemente sposata e aveva avuto figli con un cognato di re Goodwill): la fine del regime di apartheid aveva aperto non solo libertà, ma anche ricchezza per tutti (sperperata poi in gran parte con la corruzione eretta a sistema). Con la fine dell'apartheid era sembrato importante ridare rilievo e spinta, anche con finanziamenti economici, alle tradizioni nere schiacciate per decenni, inclusa anche la monarchia zulu. Ma nel 2021, tra crisi economica, pandemica e politica, la situazione è diversa. Pur ribadendo che la monarchia zulu è riconosciuta dal sistema istituzionale sudafricano, e pur rimanendo i finanziamenti statali molto ingenti (oltre 3 milioni di euro all'anno), sono stati tagliati di 300.000 euro ed è stato specificato che nei fondi concessi saranno incluse tutte le spese sostenute dalla casa reale, private o pubbliche che siano, inclusa l'imminente cerimonia di incoronazione.
Eppure, non c'è traccia di alcuna protesta contro tutti questi fondi pubblici che finiscono nelle tasche della famiglia reale zulu. In Europa scenderebbero in piazza sindacati o associazioni di cittadini, ma qui ancora tutto questo è accettato come status quo, come tradizione. Sicuramente ci saranno tantissimi sudafricani che privatamente disapprovano, ma nessuno osa organizzare proteste pubblicamente contro la monarchia zulu, colla identitaria di un popolo di oltre 10 milioni di zulu, l'etnia più grande in questo Paese.
Si vedrà che persona e che personaggio pubblico sarà questo re Misuzulu, e da lì si capirà quale sarà il destino della monarchia zulu.
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