sabato 1 marzo 2014

Sudafrica

È passato un mese dal mio arrivo in terra africana e spero di rimanerci a lungo. Ho scoperto diverse cose, tra cui il fatto che l'Africa non è solo quel continente povero e martoriato, ma anche una terra ricca: ricca di persone dalle storie diversissime, ricca di una natura rigogliosa, ricca anche di ricchezza, da qualche parte. Come qui a Durban, in Sudafrica, città in terra zulu ma dove convivono culture e razze diverse in un crogiolo di storie, lingue, colori e sapori.


Prima di venire qui, la conoscenza più "ravvicinata" che avevo dell'Africa mi proveniva dai racconti di un mio prozio missionario comboniano, Padre Giuseppe Ambrosi, che ha passato la vita nelle regioni più povere di Kenya e Uganda. Qui a Durban ho trovato l'altra faccia dell'Africa. Il Sudafrica è il Paese più moderno del continente, dove tuttavia ci sono enormi differenze culturali, e tra ricchi e poveri. Vediamo se riesco a raccogliere un po' delle impressioni che ho avuto.

Ancora mi sorprendo pensando a una camminata che ho fatto da solo dopo pochi giorni dal mio arrivo, nel centro di Durban. In qualsiasi posto vada, una delle prime cose che faccio è gironzolare a piedi per vedere da vicino le persone e il posto e farmi una prima idea. Ma mai mi era successa una cosa simile: camminavo, camminavo, per chilometri, in mezzo a una città affollata e brulicante, ed ero l'unico bianco. Tutt'intorno, tutte persone di colore. Avrei potuto sentirmi in soggezione forse, invece no, non mi sentivo particolarmente osservato e nemmeno a disagio, soltanto sorpreso perché non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere. Oltretutto, con la mia dose di incoscienza, mi ero avventurato a caso per la città incurante degli avvertimenti di chi mi aveva detto di stare attentissimo alla criminalità dilagante, specialmente nel centro. Certo, ero uscito con le tasche quasi vuote e vestito in maniera casual non appariscente. Con un mio amico siamo convenuti sul fatto che basta sentirsi "neri dentro", cioè uguali alla gente per strada, per sentirsi a proprio agio: in fondo, è proprio vero che siamo tutti uguali nei comportamenti, e già ora quando parlo con chiunque non mi rendo nemmeno conto del colore della sua pelle (bianco, coloured, nero, verde, fucsia...), ma mi viene da giudicarlo solo dal modo in cui si pone. Riguardo alla criminalità poi, ho scoperto che Durban tra le grandi città del Sudafrica (con oltre tre milioni di abitanti è la terza città del Paese) è quella probabilmente più sicura. Si vedono guardie e polizia ovunque. Forse il fatto che sia una città turistica aiuta a investire sulla sicurezza, specialmente dopo i Mondiali di calcio di quattro anni fa.

Però la disoccupazione è molto alta e la differenza tra i ricchi e la classe media è molta, molta. In un'altra delle mie camminate sono finito in una zona vicina a dove abito io, e ho scoperto villazze in stile hollywoodiano, circondate da alte mura e da fili elettrici ad alta tensione: è la zona dei bianchi ricchi, che si barricano dietro fortezze extra lusso. In quelle strade ho visto persone di colore vestite da domestici come in Italia si usava un secolo fa. Anche questo è il Sudafrica. Nonostante la fine dell'apartheid, ho notato che la maggior parte dei bianchi in realtà vive in quartieri per conto loro, e da alcuni commenti ho notato la diffidenza che le persone di origine anglosassone specialmente hanno nei confronti dei neri, al di là delle parole di circostanza. Beh, sapete che vi dico, che io finora mi trovo più a mio agio con gli zulu!

Invece la nostra orchestra è una bella realtà di commistione multiculturale, dove suonano assieme sudafricani bianchi afrikaner, sudafricani anglosassoni, sudafricani neri e "coloured", europei, americani, giapponesi... Anche se ho notato, devo dire, che anche lì le varie etnie parlano più tra di loro e poco le une con le altre. Gli unici che come sempre ce la spassiamo con chiunque, e facciamo divertire chiunque, siamo noi italiani, ben sette in orchestra! L'orchestra è attualmente la migliore dell'Africa e l'unica in Sudafrica con una programmazione e una gestione manageriale così attive e ambiziose, anche nei programmi di concerto (paragonabili a quelli di qualunque orchestra di alto livello europea).

Queste sono solo alcune delle mille impressioni che mi affollano la testa, ma che devo fare, per ora vi dovete accontentare!

Non so se in mezzo a tante nuove esperienze avrò il tempo di aggiornare anche il blog, ahahah! Cercherò di farlo soprattutto per fissare nero su bianco certi ricordi prima di dimenticarli.

Salani kahle!

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