Dopo la Tetide tropicale di 50 milioni di anni fa, stavolta ci
catapultiamo in un passato relativamente meno remoto, anche se comunque
parliamo di 5.500.000 anni fa (5,5 milioni): un tempo sempre inimmaginabile se
messo a confronto col velocissimo scandire delle generazioni umane. Era l’epoca
chiamata Miocene.
Sono passati 45 milioni di anni dalla nostra precedente corrispondenza, e in un lasso di tempo così immenso qualcosa deve pur essere cambiato! In effetti è così: dinanzi a noi abbiamo finalmente le Alpi, innalzatesi lentamente in tutto quel tempo a causa di immani sommovimenti della crosta terrestre. Tutto lo scenario marino ora si è trasformato in terraferma, grazie al fatto che in quest’epoca il Mediterraneo era un bacino chiuso e quasi del tutto prosciugato, come un’immensa e profonda salina! Qui nelle nostre zone l’antico clima tropicale aveva lasciato spazio a un clima più secco, proprio a causa dell’evaporazione del Mediterraneo.
Sono passati 45 milioni di anni dalla nostra precedente corrispondenza, e in un lasso di tempo così immenso qualcosa deve pur essere cambiato! In effetti è così: dinanzi a noi abbiamo finalmente le Alpi, innalzatesi lentamente in tutto quel tempo a causa di immani sommovimenti della crosta terrestre. Tutto lo scenario marino ora si è trasformato in terraferma, grazie al fatto che in quest’epoca il Mediterraneo era un bacino chiuso e quasi del tutto prosciugato, come un’immensa e profonda salina! Qui nelle nostre zone l’antico clima tropicale aveva lasciato spazio a un clima più secco, proprio a causa dell’evaporazione del Mediterraneo.
Ma ciò
che ci lascia a bocca aperta è che queste Prealpi non assomigliano per
niente a quelle che noi conosciamo: sono montagne alte e aspre, rocciose,
brulle, ricordano le montagne di un paesaggio desertico e selvaggio. E
degradano gradualmente fino a scendere con gli ultimi declivi proprio nel
territorio dell'ovest veronese. E, altra sorpresa, compare per la prima volta il fiume Adige: un Adige preistorico che attraversa queste nostre
zone nel solco di una sorta di canyon roccioso.
Per capire meglio com’è possibile, sorvoliamo in elicottero il fiume fino alla zona
dell’attuale Garda. Il lago non
esisteva, al suo posto passava proprio il corso dell’Adige, che usciva dalle
Prealpi attraverso un canyon profondo, che ci fa venire in
mente veramente il Grand Canyon del fiume Colorado. Atterrati su un pianoro
roccioso, scendiamo a piedi giù per un pendio ripido e scosceso, verso la riva dell’Adige, portandoci dietro un
gommone gonfiabile che avevamo a bordo dell’elicottero. Giunti sulla riva
notiamo che la corrente è molto veloce e quindi abbiamo la conferma che il
primitivo Adige sta scavando le giovani rocce alpine con una potenza
considerevole. Il tutto quadra: essendosi abbassato addirittura di parecchie
centinaia di metri il livello marino, i
fiumi di quell’epoca dovevano percorrere un dislivello molto maggiore di oggi e
questo li portava a solcare con molta più incisività il terreno, producendo
questi spettacolari canyon. In pratica, il letto roccioso dell’attuale Lago di Garda è stato scavato dalle acque
tumultuose di quell’Adige preistorico!
Decidendo di rischiare, montiamo sul gommone, ci spingiamo nella corrente e facciamo rafting per un po’. Riusciamo con non poca difficoltà a costeggiare la riva, fino a quando notiamo una piccola ansa dove l’acqua è un po’ più calma e sbarchiamo. Decisamente non era il nostro placido Adige di oggi! A un certo punto vediamo un piccolo mammifero simile a una martora balzare dentro e fuori dell’acqua. Quindi ci arrampichiamo lungo l’argine del canyon, ora già più basso, e giunti sul pianoro qualche decina di metri più in su rimaniamo desolati: davanti a noi solo una distesa selvaggia di piante basse e arbusti, su un terreno assai poco fertile. Si tratta di specie chiaramente resistenti alla scarsità d'acqua (l’Adige scorre molto più in basso). Animali, pochi: qualche uccello che cinguetta all’ombra, qualche lucertolone steso al sole, incurante della nostra presenza, forse non temendoci perché evidentemente non ha mai visto animali simili a noi (a quel tempo i più ancestrali ominidi, gli ardipitechi, vivevano solo in Africa).
Abbiamo visto abbastanza. Siamo passati da un oceano tropicale nel nostro precedente viaggio, a delle distese degne del Grand Canyon… Tutte queste trasformazioni sono avvenute nelle nostre zone (certo, nel corso di milioni di anni). Non si tratta di un’invenzione, la geologia e la scienza oggi ci confermano che fu proprio così. Chi l’avrebbe mai detto?
Il bacino del Mediterraneo quasi disseccato, durante il cosiddetto Periodo Messiniano (tra 7 e 5,5 milioni di anni fa) |
Decidendo di rischiare, montiamo sul gommone, ci spingiamo nella corrente e facciamo rafting per un po’. Riusciamo con non poca difficoltà a costeggiare la riva, fino a quando notiamo una piccola ansa dove l’acqua è un po’ più calma e sbarchiamo. Decisamente non era il nostro placido Adige di oggi! A un certo punto vediamo un piccolo mammifero simile a una martora balzare dentro e fuori dell’acqua. Quindi ci arrampichiamo lungo l’argine del canyon, ora già più basso, e giunti sul pianoro qualche decina di metri più in su rimaniamo desolati: davanti a noi solo una distesa selvaggia di piante basse e arbusti, su un terreno assai poco fertile. Si tratta di specie chiaramente resistenti alla scarsità d'acqua (l’Adige scorre molto più in basso). Animali, pochi: qualche uccello che cinguetta all’ombra, qualche lucertolone steso al sole, incurante della nostra presenza, forse non temendoci perché evidentemente non ha mai visto animali simili a noi (a quel tempo i più ancestrali ominidi, gli ardipitechi, vivevano solo in Africa).
Abbiamo visto abbastanza. Siamo passati da un oceano tropicale nel nostro precedente viaggio, a delle distese degne del Grand Canyon… Tutte queste trasformazioni sono avvenute nelle nostre zone (certo, nel corso di milioni di anni). Non si tratta di un’invenzione, la geologia e la scienza oggi ci confermano che fu proprio così. Chi l’avrebbe mai detto?
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