Una tribù celtica sul piede di guerra |
Siamo nell'autunno dell’anno 350 a.C. È un autunno particolarmente rigido e piovoso. È passato poco più di un secolo dalla nostra ultima corrispondenza, e la situazione è piuttosto cambiata: genti celtiche frequentano e abitano l'area del Garda e il circondario. Sono della tribù dei Cenomani e sono arrivati da qualche decina d’anni, quando una nuova ondata migratoria celtica si è riversata nella Pianura Padana da ovest. Già da secoli popolazioni di origine celtica vivevano nella Pianura Padana centrale e occidentale, ma avevano pochi contatti con i Paleoveneti: i loro scambi commerciali avvenivano principalmente tra i valichi delle Alpi occidentali e la bassa pianura abitata dagli Etruschi. Ma qualche decennio fa, appunto, nuove migrazioni hanno sconvolto la situazione: le nuove popolazioni, spinte da un periodo freddissimo nel nord Europa che ha gelato raccolti e reso più difficile vivere oltre le Alpi, sono arrivate in Italia “affamate” di terra, di benessere, insomma sono arrivate con un’aggressività che la nostra pacifica Pianura Padana non conosceva più da molto tempo. Una tribù, addirittura, circa quarant’anni fa ha invaso il cuore dell’Etruria. Gli Etruschi hanno chiesto aiuto a Roma, che da qualche tempo è la più forte tra le città del Lazio, ma quando l’esercito romano è intervenuto è stato sonoramente battuto, e i celti sono scesi fin giù a Roma, saccheggiandola, salvo poi abbandonarla per tornare verso nord. I Romani li chiamano Galli, perché a detta loro vengono dalla Gallia.
Un abitato celtico di confine |
Comunque, in questo periodo
turbolento, noi siamo stati fortunati: tra le popolazioni celtiche di recente
immigrazione, l'unica tribù che si è spinta fin qui a est è quella dei Cenomani,
che è tra le più pacifiche. I Cenomani non hanno attaccato i Veneti (anche
perché probabilmente i Veneti li avrebbero sconfitti), hanno semplicemente
occupato un’area geografica di confine, stanziandosi in un piccolo abitato su
un altura che chiamano Briks (Brescia) e poi popolando i territori circostanti, dal basso lago fin qui nel Veronese. E pensare che,
secondo alcuni, i primissimi paleoveneti, quando erano ancora una popolazione
povera e di recente immigrazione, vivevano proprio qui tra l’Adige e il Garda,
mentre ormai già da secoli questo territorio è zona di confine per i
Paleoveneti. Per questo non ci sono stati veri e propri scontri quando alcune
genti cenomane sono venute ad abitare qua in zona.
Una famiglia di celti cenomani in buoni rapporti con le popolazioni paleovenete del luogo |
Qua nel Veronese infatti i
Cenomani si sono integrati gradualmente, attraverso matrimoni e l’accettazione
della cultura veneta preesistente. Va detto che, pur parlando una lingua
diversa, gli usi e costumi dei Cenomani non sono poi così diversi da quelli dei
Paleoveneti. Un’innovazione molto utile che i celti hanno portato è il carro
agricolo: probabilmente i primi paleoveneti a utilizzarlo sono stati proprio
quelli delle nostre zone. Una piccola differenza nella “moda” dei due popoli è
che mentre gli uomini paleoveneti si radono i capelli, i celti se li lasciano
crescere.
Probabilmente proprio in questi
anni, grazie proprio all’immigrazione di famiglie cenomane, il territorio
bussolenghese conosce nuovamente un popolamento. Ricomincia così a formarsi un
sostrato socio-culturale sul nostro territorio, dopo essere stato per secoli
territorio di confine probabilmente non abitato stabilmente. Questo nuovo
sostrato è una graduale ma intensa integrazione tra la cultura veneta e quella
celtica. Ed è proprio questa cultura che troveranno i Romani tra 150 anni,
quando arriveranno qui.
Nessun commento:
Posta un commento