Va detto subito che la Pianura Padana, già più di un milione di anni fa, fu uno dei primissimi luoghi di immigrazione degli ominidi dall’Africa all’Europa, come testimoniano sempre nuove scoperte (per esempio il sito di San Lazzaro di Savena, verso Bologna, con resti risalenti appunto a oltre un milione di anni fa). Quindi è del tutto probabile che già in quelle epoche assai remote transitassero ominidi nelle nostre zone, dato che, come ormai è noto, ci troviamo in una posizione geografica di transito e oltretutto da sempre privilegiata per lo stanziamento umano, soprattutto qui, vicino alle colline prealpine, un luogo ottimale e di facile insediamento, preferito alla bassa e piatta pianura che in epoche lontane era meno ospitale e meno sicura, disseminata di foreste selvagge o di paludi, a seconda delle zone e delle epoche.
Quindi abbiamo puntato la lancetta del tempo a mezzo milione di anni fa (cioè 500mila anni fa), sperando di riuscire a scoprire chi erano i primissimi veronesi “residenti”. Abbiamo deciso di recarci vicino al corso dell’Adige e verso i limiti orientali dell’attuale territorio bussolenghese. Questo perché proprio qui c’era un guado sul fiume (come c'è oggigiorno), che si prestava come luogo facile di pesca. L’Adige non era più quel fiume incassato in un canyon che avevamo visto nel nostro precedente viaggio, cinque milioni di anni prima. Durante questo lunghissimo tempo (infinito per noi umani) la Pianura Padana era stata invasa dal mare per centinaia e centinaia di migliaia di anni (non qualche secolo!) e questo aveva portato all’accumulo di sedimenti sul fondale, a cui poi si erano aggiunti i detriti trasportati dai fiumi quando il mare si ritirò: gli antichi canyon vennero sepolti e si formò la Pianura Padana. Il clima si raffreddò notevolmente, e quindi il paesaggio che troviamo stavolta è una vera e propria foresta temperata, ma incolta, selvaggia.
Una foresta temperata selvaggia doveva probabilmente ricoprire il territorio collinare veronese mezzo milione di anni fa |
Per non rischiare di fare incontri ravvicinati con lupi, cinghiali o, chissà, addirittura orsi preistorici, abbiamo portato una di quelle tende che si possono montare sui rami alti degli alberi, usate dai naturalisti per le loro osservazioni. Ci siamo così appollaiati in alto tra i rami, con una bella visuale su tutta l’ansa dell’Adige. Abbiamo vissuto per parecchi giorni proprio come degli avventurosi naturalisti, facendo di necessità virtù e scoprendo che la “foresta bussolenghese” di 500mila anni fa era ricca di vita: volpi, scoiattoli e una grande varietà di uccelli. Con il binocolo poi abbiamo potuto scorgere in lontananza, dove la foresta si diradava in spazi più aperti, grandi cervi dalle corna enormi.
Homo heidelbergensis |
dall’acqua e si avviano sulla strada del ritorno. Non era una battuta di caccia grossa, evidentemente, ma una semplice pesca “di routine”. Ma a noi è bastato, per scoprire chi erano i primi abitanti delle nostre zone, mezzo milione di anni fa.
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