martedì 18 ottobre 2016

L'antichità nell'Ovest Veronese: 4) La glaciazione di Riss (150mila anni fa)

Nel nostro peregrinare nella preistoria siamo giunti a 150mila anni fa, in piena glaciazione di Riss . Le grandi glaciazioni che in epoche preistoriche colpirono le nostre zone (come il resto del mondo) furono molte. Ma tra le più recenti, quella che almeno nella nostra regione raggiunse i picchi più duri sembra essere stata proprio la glaciazione di Riss.

Homo neanderthalensis
A quell’epoca si era in pieno paleolitico (secondo le moderne suddivisioni della preistoria). Mentre in Africa, in regioni più calde (che in quel periodo dovevano avere un clima temperato), viveva già la nostra specie, l’Homo sapiens, che in seguito si sarebbe propagata per il mondo dando vita alla nostra storia umana, qui da noi il clima era letteralmente glaciale. C’è chi ritiene che diverse popolazioni di Homo heidelbergensis, che abbiamo incontrato nello scorso viaggio, proprio a causa di glaciazioni come queste si stessero lentamente disperdendo ed estinguendo, mentre altre, riuscendo a sopravvivere, si stessero evolvendo (nel corso di centinaia di migliaia di anni!) dando vita a nuove popolazioni, conosciute come Uomo di Neanderthal, che anche in questi periodi glaciali riuscivano a vivere nella fredda Europa. Pare che l’antichissimo sito preistorico di Quinzano, qui vicino, fosse abitato anche durante la glaciazione di Riss, sicuramente grazie al fatto di trovarsi in una ottima posizione, sulle pendici collinari più basse, esposte al sole durante tutto il giorno. Inoltre è ormai assodato che gli uomini di Neanderthal avevano già l'abilità di cucire vestiti in pelle, e calzari per proteggere anche i piedi dal suolo ghiacciato. Ma va detto che gli ominidi a queste latitudini riuscirono a sopravvivere alle glaciazioni probabilmente solo grazie alla loro capacità di padroneggiare l'uso del fuoco e dei focolari: fu grazie a questa abilità (unici a riuscirci tra tutti gli esseri viventi) che non solo sopravvissero a periodi difficili, ma posero le basi per un’evoluzione che nel giro di poche centinaia di migliaia d’anni (un tempo tutto sommato breve nell’arco dell’evoluzione in natura) sarebbe diventata travolgente, arrivando all’uomo moderno e a noi.

Ma torniamo alla dura realtà della glaciazione di Riss: l’impatto di trovarci immersi in quell’ambiente per noi sarebbe spaventoso. Il territorio dell'ovest veronese non doveva essere molto dissimile dall’attuale Groenlandia! Trovandoci lì in piena estate, sarebbe normale essere accolti da temperature vicine agli zero gradi! Il paesaggio era dominato a ovest da un imponente ghiacciaio, che provenendo dal bacino del Garda arrivava proprio fin qui, fino a occupare tutta la parte occidentale del territorio bussolenghese, per intenderci dove oggi ci sono le colline moreniche del Garda e i loro degradanti pendii verso la pianura. Infatti le colline moreniche altro non sono che terra e sassi trascinati dalle morene del ghiacciaio, cioè dalle lingue di ghiaccio che venivano a “morire” proprio qui dopo aver attraversato gli immensi ghiacciai delle Prealpi. Detto così è un conto, ma trovarsi di fronte a una montagna di ghiaccio enorme fa tutt’altro effetto, è come trovarsi improvvisamente in Antartide!

Se il ghiacciaio arrivava fino alle attuali colline, il resto del territorio era tundra gelata. Delle immense foreste che abbiamo visitato nel nostro viaggio precedente non c’era più nessuna traccia, anzi pare impossibile che in questo stesso luogo potessero essere mai esistite. Questo fu probabilmente il clima più inospitale che il nostro territorio veronese abbia mai visto. Nel periodo estivo, quando la morsa del gelo si allentava un po’, sarebbe stato possibile forse vedere branchi di renne e di mammut che pascolavano la flora tipica della tundra, cioè arbusti, licheni e muschi.

Però fu da quell’ambiente, per quanto inospitale, che nacque l’ambiente attuale che noi abitiamo: il ghiacciaio che occupava il bacino del Garda alla fine delle glaciazioni si sciolse e, grazie alla “diga” delle colline moreniche formate dal terreno spostato dal ghiacciaio, il ghiaccio sciolto invece di scivolare tutto via con i fiumi si accumulò nel bacino, formando il più grande lago d’Italia, il nostro bellissimo Lago di Garda.

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